A marzo, dopo esattamente sei mesi di stagione, Pirlo ha finalmente svelato i contenuti del suo progetto tecnico. Lo ha fatto nella conferenza stampa alla vigilia di Cagliari-Juventus, a 13 partite di distanza dalla fine del campionato, più una finale per provare a vincere la Coppa Italia. Ecco allora svelato questo “progetto” che per mesi ci siamo chiesti cosa fosse, cosa comportasse, cosa ci avrebbe riservato: il progetto è mettere insieme dei giovani con l’apporto di esperienza di giocatori più navigati. Punto, fine. Non è meraviglioso? Non ho mai visto un progetto calcistico più affascinante, efficace, dettagliato e ricco di questo! Davvero mi domando come possiamo non essere primi in classifica e ai quarti di Champions sulla sola base di questa idea fenomenale, destinata con ogni probabilità a rivoluzionare il calcio. “È molto semplice”, diceva un collega di Pirlo, al quale forse lui si ispira fin troppo: metti insieme giovani e meno giovani e hai fatto la squadra. A genius! Perché è tutto qui, non c’è altro, non c’è molto da aggiungere. Se non forse che, in questo stesso mirabolante progetto, abbiamo visto anche McKennie esordire come interno di centrocampo per poi scoprire che era un incursore d’area di rigore, Kulusevski battere i piazzati per poi scoprire che non li sa battere, lo stesso Kulusevski partire come attaccante, poi diventare trequartista, poi esterno di centrocampo, poi mezzala, poi seconda punta, poi ala, poi di nuovo attaccante e adesso, udite udite, tornerà a fare la mezzala o l’esterno di centrocampo. Ma abbiamo visto anche un assetto immodificabile a due centrocampisti venire improvvisamente modificato con l’aggiunta di un terzo elemento che non era mai lo stesso, tra McKennie, Ramsey e il solito, povero Kulusevski; e proprio in mediana si è partiti con Arthur che doveva ambientarsi per poi accorgersi di quanto fosse fondamentale per la qualità e la velocità del palleggio, dopo intere partite sprecate con Bentancur e Rabiot una volta in una posizione con certi compiti ed un’altra volta in un’atra posizione con altri compiti. Per non parlare degli esperimenti più recenti, con Bernardeschi terzino sinistro (Pirlo gliene aveva parlato in vacanza ad agosto, per poi defenestrare De Sciglio e Pellegrini e promuovere Frabotta mentre Alex Sandro arrivava già infortunato dal precampionato – e Bernardeschi, appunto, mai usato terzino prima del 2021), Alex Sandro difensore centrale (lui che non ha mai avuto le letture nemmeno da terzino che stringe, fugiriamoci…) perché Dragusin non è pronto (ecco il progetto giovane), Danilo mediano sempre perché Fagioli non è pronto, e volendo siamo passati pure per Cuadrado a sinistra e Chiesa sballottato a caso da una fascia all’altra. Un progetto chiarissimo, non c’è che dire. Efficace, ideato bene, realizzato meglio. D’altra parte, come ha detto Pirlo, capita di perdere e di uscire dalla Champions. Capita. Come capita di trovarsi a fare l’allenatore.
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