Per cosa gode lo juventino

La vittoria 3-2 sull’Inter ha confermato un dato: lo juventino medio gode per la vittoria sulla rivale, anche se non porta un reale beneficio né un vantaggio definitivo per la Juventus. Meglio battere l’Inter purchessia, anche se ciò non porta alla certezza del piazzamento in Champions League, che venire sconfitti pur avendo il posto Champions già acquisito. Come se la vittoria sull’Inter, oltre i 3 punti, valesse qualcosa in funzione della prossima stagione. Fa nulla che sia un’Inter già campione d’Italia e perciò priva di importanti motivazioni, che hanno fatto la differenza nelle precedenti sfide tra le due squadre. Battere l’Inter è battere l’Inter, come uno scudetto a sé, come un trofeo, come una soddisfazione stagionale da mettere in bacheca a prescindere dal resto (e anche se il resto è nefasto/deludente). Tutto OK, se non fosse che lo stesso juventino medio passa abitualmente la stagione a ridere del Torino che pensa solo al derby della Mole, o della presunta mediocrità di squadre “piccole” che puntualmente contro la Juventus fanno “la partita della vita” omettendo di farla contro altre big, per non parlare di quando si denigrava il Napoli di Sarri per lo “scudetto del bel gioco” ed altre amenità. La coerenza è una chimera nel calcio e nel tifo, ma non bisognerebbe mai abbandonare la battaglia per difenderla e pretenderla, il più possibile, fosse anche solo il 10%. Tutto il resto sono chiacchiere da bar, stupide guerre social tra fazioni che, proprio nel momento in cui si sentono superiori al rivale, si abbassano per ciò stesso al suo livello, in un meraviglioso kaleidoscopio in cui il mostro avversario ti trasforma in un mostro uguale. E chi è, infatti, lo juventino medio? Nient’altro che un antijuventino che tifa per la Juventus. Stesso livello, stessa provenienza. Gli uni e gli altri “argomentano” la propria rispettiva superiorità con i classici “eh ma voi…”, pubblicando moviole fatte per fermo immagine atte a dimostrare un bel nulla, se non il proprio coinvolgimento in questa fogna di insulti e litigi in cui nessuno vince e tutti si assomigliano. Gli uni e gli altri si accusano vicendevolmente di complotti e corruzione, come se l’errore di un arbitro dovesse ricadere automaticamente sulla tifoseria della squadra che ne ha beneficiato, o sulla sua dirigenza. Ci si scusa per un rigore inesistente accusando l’altro di non poter parlare, perché il 2006, il doping, Recoba, la prescrizione, Galliani, la monetina e bla bla bla. E gli altri fanno uguale, in un circo in cui i pagliacci sono quelli che dovrebbero stare seduti a ridere, e invece non ridono e non fanno ridere più da un pezzo. Guerra tra poveri, se ce n’è una. Ma non sono tutti poveri, visto che c’è chi fomenta un certo dibattito puerile al preciso scopo di instupidire le masse e portarle ad essere acritiche, a combattere tra di loro lasciando indenne il vero nemico. Il gioco sporco dell’aziendalismo falso perbenista e disinteressato, che in realtà conta i soldi alla fine del giro. Voi godete pure per la vittoria sull’Inter. Io preferisco continuare a starmene fuori da questo luna park, a tenere gli occhi aperti per guardare cosa non va e non farmi prendere in giro, da nessuno.

One Reply to “”

  1. Parole sante. E riescono pure a dire che è stata una bella vittoria e che se la Juventus avesse sempre giocato così, ora sarebbe a giocarsi altri traguardi, facendo finta di non sapere che è stato proprio da quando la Juventus ha cominciato a (non)giocare così, che si è allontanata dalla vetta della classifica ed è stata eliminata in Champions League. E ricordiamo che Pirlo disse, subito dopo quell’eliminazione:” almeno ora potrò lavorare durante la settimana e potrete finalmente giudicarmi per quello che avrò saputo far vedere o meno sul piano del gioco e della crescita”. Alla faccia! Per poi scoprire che questo è ciò che lui ha saputo fare? Lavorare per sottrazione anzichè per addizione. Togliere anche quei 3 o 4 concetti che si erano visti in forma di bozza nei primi mesi? Beh, se questo è il suo concetto di lavoro dopo settimane piene, lasciamo stare…

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